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EUROVISION – TORINO CENTRO DESERTO

Settimana Eurovision, Ore 21:00, il centro di Torino è praticamente deserto e i ristoranti semi vuoti. La scelta di concentrare tutto al Valentino e di non prevedere nulla nelle piazze più famose della città, forse, non è stata così geniale.

E vedere l’ingresso del media centre (Palazzo Madama) ridotto in queste condizioni, fa male al cuore.

 

EUROVISION 2023?

In un’intervista a La Stampa il direttore del centro produzione Rai si domanda se Torino sarebbe disposta a ospitare una seconda edizione di Eurovision.

Io dico sì, senza alcuna esitazione.

So benissimo, avendo seguito con l’amministrazione Appendino l’iter dalla candidatura fino all’aggiudicazione, quanto sia stato complicato vincere quel bando. E so che sforzo organizzativo ci sia dietro quello che vivremo e vedremo nei prossimi giorni.

Ma so anche che aria si respira a Torino in questi giorni. La città è in fermento ed è già piena di turisti, giornalisti e delegazioni. Forse non tutti se ne rendono conto ma abbiamo già i riflettori del mondo puntati su di noi.

E poi, la città, forte del lavoro fatto quest’anno, potrebbe imparare dai propri errori (per esempio la gestione dei Volontari) e organizzare un’edizione ancora migliore di questa, cosa che nessun’altra potrebbe fare.

Stesso discorso se il prossimo anno dovessero esserci problemi organizzativi legati alla guerra in Ucraina.

Insomma, Torino, c’è. E deve esserci ancora.

 

EUROVISION: NESSUNA REMUNERAZIONE AI LAVORATORI “VOLONTARI”

Oggi il Partito Democratico di Torino, a 4 giorni dalla manifestazione del Primo Maggio, ha pensato bene di bocciare una nostra mozione (Sinistra Ecologista addirittura astenuta) nella quale chiedevamo:
1) di prevedere l’impiego di volontari solo per attività accessorie e non strutturali all’Eurovision Song Contest
2) di stilare un codice etico che ne tutelasse la loro sicurezza e formazione e distinguesse in maniera chiara quali attività potessero svolgere e quali no
3) prevedere una retribuzione per chiunque presti la propria attività lavorativa durante l’evento
Dispiace constatare che a parole e su un palco sono sempre pronti a difendere i diritti dei lavoratori, poi, alla prova dei fatti, se ne lavano le mani.

EUROVISION: LO RUSSO PATETICO E IMPREPARATO AI GRANDI EVENTI INTERNAZIONALI

Dopo avere dormito per 6 mesi, oggi il Sindaco si sveglia e lamenta la carenza di sponsor per Eurovision provando, per l’ennesima volta, a dare la colpa a Chiara Appendino relativamente alle clausole del contratto firmato dalla Città con Rai ed EBU.

Le clausole contrattuali (peraltro imposte da EBU) sono di fatto quelle di ogni grande evento, come ad esempio la non sovrapposizione di categoria merceologica, cosa assolutamente normale.
Mai visto, per esempio, Coca Cola e Pepsi sponsorizzare lo stesso evento, nemmeno Intesa ed Unicredit.

Prendiamo inoltre atto della campagna di promozione nazionale della Città, ma perché manca completamente la promozione internazionale?
Eurovision, così, rischia di diventare un’occasione sprecata da Lo Russo e dal suo desaparecido assessore ai grandi eventi (degli altri), Mimmo Carretta.

LE COLPE DEGLI ALTRI

Oggi il sindaco Lo Russo ha attribuito alla pandemia e al contratto con Rai le colpe dei ritardi della sua amministrazione relativamente a Eurovision.

Lo scorso Novembre, Lo Russo per le Atp Finals disse che sarebbe stato necessario lavorare sull’attrattività della città a livello internazionale e a livello territoriale e sul coinvolgimento dei cittadini.

Ma cosa è stato fatto in tal senso per Eurovision, considerato che è sindaco da 6 mesi?

Della promozione internazionale di Torino non c’è traccia e poter scaricare gratuitamente la Lonely Planet non mi sembra sufficiente. Idem per quanto riguarda il coinvolgimento dei cittadini. Sembra che abbia pensato solo a reperire volontari senza pagarli.

Per Atp Finals la città venne tappezzata da manifesti, sono stati organizzati eventi coi bambini delle scuole, la città è stata promossa tramite agenzie e tour operators, è stato fatto un evento di beneficienza, Tennis&Friends.

Per Eurovision cosa è stato organizzato con le scuole? Cosa è stato organizzato nei quartieri periferici? Nulla.

Per quanto riguarda gli sponsor, il Comune collaborò con Fit e Atp, individuandone anche di locali (Intesa, Lavazza, Valmora e Xerjoff, oltre ai vini locali). Per Eurovision? Nulla.

Lo Russo sta gettando al vento una enorme opportunità per la città. Al posto di andare a farsi fotografare in piazza, provi a recuperare un po’ di tempo perduto. Nella speranza che non sia troppo tardi.

INCAPACI

Mentre il sindaco va a farsi fotografare in piazza per recuperare un po’ di consenso perduto in questi disastrosi primi 6 mesi di mandato, la sua giunta, fra cui Carretta (l’assessore ai grandi eventi – degli altri –) rimedia una pessima figura, facendo saltare, in un colpo solo, ben 182 concerti organizzati dai commercianti.

Chapeau.

EUROVISION SONG CONTEST E ATP FINALS DI TENNIS: UNA BELLISSIMA EREDITÀ A 5 STELLE PER LA NOSTRA CITTÀ

Nella giornata di ieri sono stati presentati i risultati degli studi condotti da Nielsen, ATP Media ed Ernst&Young relativi alle ultime ATP Finals di tennis, che traducono in numeri l’impatto economico della prima edizione torinese dell’evento.

Si parla di un’audience totale di 109,7 milioni di telespettatori in 133 Paesi, per 2.897 ore di trasmissione live sulle 6.195 ore totali di copertura televisiva, in cui il brand “Torino” ha letteralmente fatto il giro del mondo.

La ricaduta economica è stata di 102 milioni di euro e dalle prossime edizioni, senza le limitazioni dovute al Covid, si potrà puntare ai 140 milioni di €, per un totale di oltre mezzo miliardo nei cinque anni.

Stamattina, inoltre, è stata aperta la prevendita dei biglietti per l’Eurovision Song Contest 2022, che in pochissime ore sono andati esauriti. L’impatto di Eurovision è stimato in 100 milioni di euro di ricadute economiche per la nostra Città.

Eurovision e Nitto Atp Finals sono due fra le più importanti eredità che l’amministrazione M5S, guidata da Chiara Appendino, ha lasciato alla Città di Torino e rappresentano senza dubbio un’ottima spinta per la ripartenza.

Non possiamo che esserne orgogliosi.

 

VOLONTARI PER EUROVISION

Il volontario è la nuova figura professionale.

Il volontario deve conoscere l’inglese, essere munito di auto, di telefono e disponibile full time.

Il volontariato è esperienza, il volontariato è bello, il volontariato è il futuro. Basta retribuzioni, basta soldi: cose volgari, di altri tempi.

E chi è il datore di lavoro volontario non pagato dei prossimi EurovisionSong?

Il Comune di Torino.

Non mi dilungo oltre nel descrivere questa pattumiera di annuncio comparso ieri sulla pagina ufficiale della Città di Torino, dico solo che in tutto questo i giovani, tanto decantati da tutti in campagna elettorale, restano ciò che purtroppo erano: pedine da sfruttare per qualche grande evento cittadino e da ripagare con un futuro fatto di precarietà, disoccupazione o espatrio.

E non posso davvero pensare che in un evento che cuba milioni di euro non si trovino i soldi per retribuire le persone.

Non posso pensare che con le difficoltà sociali ed economiche che si stanno attraversando per la pandemia nessuno, e dico nessuno, dell’attuale amministrazione si sia interrogato sull’inopportunità di una simile iniziativa.

Care e cari giovani, rifiutatevi. Tenetevi la vostra dignità, e che la Giunta si tenga il suo lavoro volontario.

EUROVISION 2022: IL COMUNE NON SFRUTTI CHI LAVORERÀ PER L’EVENTO

Come si può apprendere dal sito ufficiale della Città di Torino, il Comune ha aperto un bando per reclutare 600 giovani volontari disponibili a “dare una mano” durante l’organizzazione e lo svolgimento dell’Eurovision Song Contest, dal 1° aprile al 20 maggio.

“I volontari selezionati”, si legge, “verranno dotati di un’uniforme di riconoscimento da indossare durante i turni di servizio, del biglietto di trasporto pubblico, di un buono pasto; non è prevista l’accomodation dei volontari non residenti in Torino“

Troviamo davvero vergognoso che la Giunta Lo Russo usi l’appeal di un evento di enorme portata mediatica per adescare giovani, ai quali si chiede di lavorare gratis, per più di un mese e mezzo e senza alcun diritto, in cambio di “visibilità”, o per “fare esperienza”, mascherando dietro termini entusiastici un vero e proprio sfruttamento del lavoro.

Tutto ciò è molto grave, a maggior ragione perché accade in un contesto in cui si prevedono ricadute economiche importanti dagli sponsor e dai flussi turistici. Nonostante ciò, si ritiene di non dover stanziare neanche una parte del budget per pagare chi dovrà occuparsi dell’accoglienza, della logistica e per coloro che lavoreranno per garantire lo svolgimento in sicurezza della manifestazione.

In un momento in cui i riflettori di tutto il mondo saranno puntati sulla nostra Città, non possiamo permetterci di trasmettere il messaggio che a Torino il lavoro non valga nulla.