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Il Piano per il trasporto pubblico Lo Russo e Foglietta è un copia-incolla.

Il Piano per il trasporto pubblico 23-27 presentato da Lo Russo e Foglietta si basa in larga parte sugli investimenti relativi al prolungamento della M1 fino a Cascine Vica i cui lavori furono avviati da Appendino nel 2019 e sui 70 nuovi tram Hitachi, acquistati, indovinate un po’ da chi? Appendino. Anche la linea 12, per la quale non sono nemmeno stati reperiti i fondi, è un progetto targato M5S, così come l’anello Toselli, linea 3.

Un piano nel complesso poco coraggioso, di certo non originale, con pochissime novità e tante promesse. Noi, ovviamente, vigileremo perchè almeno quanto avviato dalla nostra amministrazione arrivi a compimento in tempi ragionevoli.

Quale futuro per Mirafiori?

Ieri Stellantis ha annunciato di aver avviato la ricerca per 200 risorse da destinare al nuovo “Hub per l’economia circolare” che sorgerà a Mirafiori. Si tratta, però, di 200 risorse interne al gruppo e che potrebbero arrivare da altri stabilimenti, non di nuove assunzioni. Non certo una notizia positiva dopo la doccia fredda di pochi giorni prima quando il gruppo ha annunciato l’importazione di manodopera slovacca a Torino per la 500E.

E se già lascia preoccupati il ruolo di Mirafiori all’interno del gruppo Stellantis, stabilimento destinato a diventare, in sostanza, un gigantesco sfasciacarrozze (nome meno accattivante ma forse più calzante per l’Hub per l’economia circolare), destano ancora più preoccupazione le dichiarazioni, giubilanti, di Lo Russo e Cirio, completamente disinteressati alle nuove assunzioni e alla salvaguardia della produzione della 500E.

In Francia Stellantis ha appena assunto 1200 persone, mentre da noi si sono solo viste uscite incentivate. Tanti pessimi segnali che richiederebbero l’immediato interessamento del Comune, della Regione e del Governo. Invece, per ora, stanno tutti a guardare ed applaudire per non disturbare il grande manovratore.

Decisione grave e scellerata di Stellantis

È notizia di ieri che Stellantis trasferirà dalla Slovacchia a Torino diversi operai per potenziare la produzione della 500 elettrica realizzata a Mirafiori.

Senza mezzi termini: è una decisione grave e scellerata. Torino dispone di tutta la manodopera specializzata possibile per far fronte al fabbisogno di Stellantis e non vi è motivo di trasferirla dall’estero. Oppure, perchè non assumere giovani e formarli?

Inoltre il settore sta giovandosi di incentivi statali per l’auto elettrica. Inaccettabile che questi incentivi si traducano in posti di lavoro per chi viene dall’estero!

Secondo il retroscena riportato da un quotidiano online, Lo Russo ed Elkann si sono incontrati qualche giorno fa a Palazzo Civico, senza che nessuno sappia cosa si sono detti. A questo punto mi viene il sospetto: Lo Russo sapeva di questa imminente decisione? Se sì, l’ha avallata?

Auspico che il sindaco faccia sentire la propria voce e si unisca alla protesta dei sindacati, perchè Torino non può e non deve subire queste umiliazioni da Stellantis.

Lo Russo ha aumentato tutte le tasse ai torinesi

Lo Russo continua a mettere le mani nelle tasche dei torinesi.

Ormai è un vizio: dopo aver aumentato l’Irpef, aumenta anche Tari , Cosap e Cimp.

Il “Patto per Torino” sottoscritto col governo Draghi fu descritto come una manna dal cielo. Per il momento, per i torinesi, è stato un vero e proprio salasso.

Fuori i partiti da GTT!

Ho appreso che tra i componenti della nuova segreteria regionale del PD sarebbe presente Michele Paolino, nel ruolo di responsabile della comunicazione.

Ex capogruppo dem in Sala Rossa, bonacciniano come Lo Russo, Paolino è stato nominato dal Sindaco quale componente del consiglio di amministrazione di GTT, una delle più grandi partecipate della Città.

È normale che un componente del Cda di GTT ricopra un ruolo partitico all’interno della segreteria regionale del PD?

Di certo è inopportuno. Auspico un immediato passo indietro, con le dimissioni dal Cda di GTT. Sarebbe questo forse il primo segnale di serietà a cui questa Giunta non ci ha certamente abituati.

Lunedì depositeró un’interpellanza in Sala Rossa.

Si torna a parlare di Piazza Baldissera

Nei giorni scorsi è stato presentato un nuovo progetto per la modifica della viabilità del nodo di piazza Baldissera che prevede l’eliminazione della rotonda e la realizzazione di intersezioni semaforizzate.

Dalle prime informazioni circolanti sul web questo progetto ricorda quello presentato il 27 gennaio 2021 dall’allora assessora ai Trasporti Maria Lapietra nelle commissioni Mobilità, Servizi Pubblici locali e Ambiente.

Nello specifico i tecnici comunali e gli esperti del Politecnico di Torino avevano presentato le simulazioni per la nuova sistemazione viaria della zona, prevedevano la semaforizzazione con precedenza tranviaria e la rimodulazione della rotonda.

Un grande incrocio a più corsie con almeno sette semafori (con priorità al trasporto pubblico) e il transito in centro del tram della linea 10.

Tra gli interventi necessari vi era la modifica delle corsie, un nuovo collegamento in uscita da corso Mortara verso via Giachino, l’accesso e uscita di corso Mortara verso la piazza, la svolta da via Cecchi non più consentita per concentrare il flusso su corso Vigevano e lo spostamento delle fermate dei mezzi pubblici.

Il progetto non riscosse apprezzamenti dalle minoranze in quanto favorevoli alla realizzazione del sottopasso veicolare tra corso Vigevano e corso Mortara

𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝗱𝗼 𝗕𝗮𝗹𝗱𝗶𝘀𝘀𝗲𝗿𝗮?

Nel 2007, sindaco Chiamparino, si decise di far passare le canne ferroviarie sotto il fiume Dora, il manufatto interrato realizzato sotto piazza Baldissera assunse una struttura su più piani:

– al piano più basso due gallerie ferroviarie parallele ciascuna con doppio binario (in una galleria transita l’Alta Velocità, nell’altra i convogli SFM);

– al piano sopra, uno scatolone vuoto costituisce la “predisposizione” per la possibile futura realizzazione, sotto la rotonda, di un sottopasso stradale Mortara-Vigevano, in direzione est-ovest;

– di fianco a questo scatolone, tangente alla rotonda, è presente la galleria della Torino-Ceres.

A settembre 2012 , sindaco Fassino, si decide che il primo varco, a riaprire i collegamenti est-ovest, sia in corrispondenza di piazza Baldissera.

Nasce così la rotonda, inizialmente con poche immissioni stradali. Negli anni successivi viene montato il nuovo ponte sulla Dora, che consente di aprire il Viale della Spina verso piazza Statuto, mentre a nord viene demolito l’ex cavalcaferrovia di via Stradella. Per passaggi successivi si giunge così all’assetto attuale, che vede convergere sulla rotonda 6 direttrici di traffico: corso Principe Oddone, corso Mortara, via Stradella, corso Venezia, corso Vigevano e via Cecchi.

𝗢𝗴𝗴𝗶

Il 23 marzo ci sarà presentato in commissione il nuovo progetto targato Lo Russo che soppianta definitivamente la realizzazione del tunnel considerato troppo oneroso.

Nell’attesa di sapere con precisione dai tecnici e dalla Giunta la nuova predisposizione di piazza Baldissera con le relative soluzioni previste per l’attraversamento in sicurezza, in modo veloce e semplice da parte di tutti gli utenti della strada compresi ciclisti e pedoni, vi lascio il link in cui viene descritto lo studio che il Politecnico di Torino presentò nel 2021.

Sarà nostra cura chiedere le motivazioni per la quale il progetto presentato dalla Giunta Appendino venne aspramente criticato e in seguito “cestinato” per far spazio ad un progetto simile.

Cosa non li convinceva? Quali criticità avevano rilevato?

Automotoretrò: il Comune non ha mosso un dito per trattenerli a Torino.

In un’intervista ad una delle più prestigiose testate del settore, l’organizzatore di Automotoretrò ha dichiarato che il Comune non ha mosso un dito per trattenerli a Torino. Eppure si trattava del secondo evento fieristico più importante della città, dopo il Salone del Libro, con ricadute economiche importanti, considerato che durante il Salone dormivano e mangiavano in città decine di migliaia di persone.

Ora, mi chiedo: cosa lo paghiamo a fare lo stipendio del Sindaco e dell’assessore Carretta?

Inutile dirvi cosa si sarebbe detto e scritto se tutto ciò fosse accaduto durante la precedente amministrazione.

Potete leggere l’intervista completa qui.

Piazza Baldissera, addio tunnel (e addio promesse elettorali)

Lo Russo, 2019: “L’amministrazione (Appendino) chieda i soldi al governo per realizzare il tunnel!”

Lo Russo, 2022: “Tunnel di piazza Baldissera, lo voglio”.

Lo Russo, 2022: “Abbiamo ribadito al ministro l’assoluta priorità della realizzazione del sottopasso di piazza Baldissera”

Foglietta, 2023: “No al tunnel, troppo costoso. Via la rotonda, mettiamo i semafori”.

 

Ecco a voi i due massimi interpreti del circo Barnum che questa amministrazione ha messo in piedi su Piazza Baldissera.

Solo che non fanno ridere, visto che a pagarne le spese sono i cittadini torinesi che si trovano di fronte all’ennesima promessa non mantenuta di Lo Russo.

Le “uscite incentivate” di Stellantis (e Lo Russo)

Nello scorso mese di settembre il Sindaco Lo Russo, con toni trionfalistici, relazionava in Consiglio Comunale in merito al protocollo siglato con Stellantis, che a suo dire rappresentava “un passaggio storico importante” e “una buona notizia per tutti noi, per la città e per il Piemonte”, oltre che elemento di “soddisfazione territoriale”.

Non avevo condiviso, all’epoca, l’ottimismo del Sindaco: in quella seduta chiesi infatti maggiori garanzie sui livelli occupazionali e sulle esternalizzazioni delle produzioni e un maggiore coinvolgimento dei sindacati nelle trattative.

È di ieri la notizia del nuovo accordo quadro siglato da Stellantis con i sindacati, che riguarderà fino a 2000 uscite incentivate. La riduzione del personale non è certamente un segnale incoraggiante, a maggior ragione se si guarda al futuro e alle prospettive aziendali che il gruppo intende sviluppare sul territorio italiano.

Mirafiori, nello specifico, sarà nuovamente lo stabilimento interessato dal maggior numero di uscite.

Ma il Sindaco, in tutto questo, dov’è? E se c’è, riesce davvero ad essere ancora così ottimista?

Automotoretrò lascia Torino

L’approccio ai problemi della città di Lo Russo e dei suoi assessori, è questo: tenersi lontano dai problemi per non sporcarsi le mani tentando di risolverli, salvo poi andare alla ricerca di un capro espiatorio.

Se Automotoretrò – il secondo evento fieristico più importante della città – ha lasciato Torino, la responsabilità è anche di Lo Russo.

Le dichiarazioni dell’organizzatore non potevano essere più chiare.