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Povertà e reddito di cittadinanza

Invece di recuperare risorse dalla lotta all’evasione, che costa al nostro Paese quasi 100 miliardi l’anno, questo Governo sceglie di cancellare il reddito di cittadinanza e di colpire i poveri, accanendosi contro i cosiddetti “occupabili”, ovvero 660 mila persone che nel 70,8% dei casi hanno un titolo di studio che non supera la terza media e hanno un’età avanzata (53mila sono over 60 e 135 mila hanno tra i 50 e i 59 anni) e che in un terzo dei casi (220mila persone) sono lavoratori poveri che prendono il reddito di Cittadinanza a integrazione di stipendi da fame.

Ieri sera ho avuto il piacere di partecipare alla trasmissione Backstage, condotta da Patrizia Corgnati, per parlare di povertà, di reddito di cittadinanza e di quanto la scelta di cancellarlo in un momento in cui l’inflazione e il caro bollette sono alle stelle sia una scelta davvero molto pericolosa per la tenuta sociale del nostro Paese

Qui il mio intervento.

Lo Russo ha cambiato idea sul Reddito di Cittadinanza. Molto bene.

Oggi apprendo con grande piacere che Lo Russo ha cambiato idea sul Reddito di Cittadinanza che nel 2018 definiva “scellerato”.

Che dire? Meno male che al governo, nel 2018, c’era una forza politica lungimirante che ha approvato una misura fondamentale per fare fronte alle difficili crisi che avremmo da lì a breve affrontato.

Come ha detto Letta oggi, il PD non è stato dalla parte di chi non ce la fa. Noi, invece, lo siamo sempre stati e, ORGOGLIOSAMENTE, continueremo ad esserlo.

Bravo Lo Russo, da oggi sei un po’ più grillino. Ma la strada per diventare un buon sindaco è ancora molto lunga.

UN PO’ DI NUMERI SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Oggi in consiglio comunale si è parlato di reddito di cittadinanza e, come capita spesso quando si affronta questo tema, ho dovuto rispondere puntualmente a tutte le bestialità del centrodestra nei confronti di una misura di contrasto alla povertà che si è dimostrata essere molto efficace.

 

ACCUSA: con il reddito di cittadinanza si danno soldi alla gente perché non lavori.

Primo: 2 percettori di reddito di cittadinanza su 3 non possono lavorare perché minori (700mila), disabili (200mila) e anziani; il restante terzo ha un’occupabilità scarsa a causa di un tasso di scolarizzazione basso: il 72% non va oltre la terza media. Secondo: il 46% dei percettori del reddito di cittadinanza sono “lavoratori poveri” che prendono il sussidio a integrazione dello stipendio. Terzo: tra gli idonei al lavoro, il 30% ha sottoscritto almeno un contratto.

ACCUSA: il reddito di cittadinanza invoglia i giovani a stare sul divano.

Solo 2 percettori di reddito di cittadinanza su 10 sono under 35. Secondo l’ANPAL, tra i giovanissimi occupati e beneficiari la quota di chi lavora con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato è pari al 50,6%. Anche in tal caso parliamo di soggetti che lo prendono a integrazione dello stipendio.

ACCUSA: il reddito di cittadinanza ha tolto dal mercato gli stagionali.

Secondo l’Osservatorio sul precariato dell’INPS, lo scorso anno sono state fatte 920.685 assunzioni stagionali: 263.940 in più del 2020, 187.702 in più del 2019 e 260.100 in più del 2018 quando il reddito di cittadinanza ancora non esisteva. Pure nell’anno in corso, i numeri fanno a pezzi la leggenda degli addetti “introvabili”: nei primi cinque mesi, infatti, i contratti stagionali hanno superato quota 403mila (+60% rispetto allo stesso periodo del 2021).

ACCUSA: il reddito di cittadinanza è il più grande spreco di soldi pubblici/1

Un rapporto della Guardia di Finanza diffuso a ottobre 2021 ha stimato in 15 miliardi di euro le truffe compiute in Italia fra gennaio 2020 e il 30 settembre 2021: dagli illeciti negli appalti pubblici ai falsi invalidi, passando per coloro che si sono dichiarati indigenti senza esserlo pur di ricevere i buoni spesa fino alle pensioni incassate da familiari di parenti morti. Solo lo 0,8% dell’intera somma riguarda il reddito di cittadinanza.

ACCUSA: il reddito di cittadinanza è il più grande spreco di soldi pubblici/2

I percettori di reddito di cittadinanza devono spendere l’importo caricato sulla card entro un mese (solo una minima parte può essere prelevata in contanti) per l’acquisto di beni di prima necessità. Ciò vuol dire che il reddito di cittadinanza spinge l’economia: secondo l’INPS, il 41,5% dei percettori lo ha riversato principalmente sui consumi mentre il 39,4% lo ha usato per risanare i debiti.

ACCUSA: il reddito di cittadinanza ha fallito nella parte delle politiche attive del lavoro.

Con la legge istitutiva del reddito di cittadinanza, varata nel 2019 durante il Conte I, abbiamo stanziato 1 miliardo di euro per ammodernare i centri per l’impiego e potenziare il personale, prevedendo 11.600 nuove assunzioni entro il 2021. In tre anni le Regioni, “titolari” della gestione delle politiche attive del lavoro e dei centri, hanno assunto solo 3.440 operatori: il 29%. 14 su 20 sono in mano al centrodestra: Salvini, Berlusconi e Meloni tirassero le orecchie ai loro governatori.

ACCUSA: il reddito di cittadinanza crea lavoro nero.

Secondo l’ISTAT, nel 2019, primo anno di applicazione del reddito di cittadinanza, le unità di lavoro irregolare sono calate di oltre 57mila casi rispetto all’anno precedente. Inoltre, l’incidenza del lavoro irregolare ha registrato una riduzione diffusa nella maggior parte dei settori di attività economica.